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Great Place to Work: la certificazione dei migliori posti di lavoro

[vc_row font_color=”#000000″][vc_column font_color=”#000000″][movedo_title heading_tag=”h2″ heading=”h1″ increase_heading=”140″ custom_font_family=”custom-font-1″]Great Place to Work: la certificazione dei migliori posti di lavoro[/movedo_title][vc_column_text text_style=”leader-text” css=”.vc_custom_1656312105767{background-color: #ffffff !important;}”]Lo sapevi che esiste una certificazione che ogni anno viene assegnata ai migliori luoghi di lavoro, in Italia e nel mondo?

A redigere la valutazione e stilare la classifica “Best Workplaces” è la società di ricerca e consulenza “Great Place to Work” che opera a livello internazionale per promuovere la cultura del benessere organizzativo e supportare le aziende che puntano a migliorare l’Employer Branding.

Prima di illustrare più nel dettaglio quale siano il modello ed i criteri, utilizzati da Great Place to Work, per valutare le aziende, vale la pena fare un passo indietro per definire i concetti, sopracitati, di “benessere organizzativo” ed “Employer Branding”.

Con benessere organizzativo, o “Corporate Wellbeing”, si fa riferimento a tutte quelle strategie e soluzioni organizzative che un’azienda sceglie di adottare per assicurare benessere interno ai propri dipendenti. Ogni impresa, tenendo conto del contesto e delle caratteristiche che contraddistinguono lei ed il suo personale, può mettere in campo diversi strumenti che puntino ad incrementare la soddisfazione dei dipendenti sul posto di lavoro. L’introduzione di alcune giornate in smart – working, solo per fare un esempio ormai noto ai più, può a tutti gli effetti considerarsi parte di queste possibili azioni. L’elenco delle azioni che possono essere messe in campo è vasto, molte sono le realtà che hanno introdotto soluzioni innovative, tuttavia l’obiettivo resta il minimo comune denominatore di tutte queste iniziative: dare vita ad un ambiente di lavoro sano, stimolante, che garantisca il corretto equilibrio tra vita privata e lavorativa, nel quale i dipendenti scelgono di restare a lungo termine.

Naturalmente l’investimento in questo tipo di soluzioni, come accennavo qui sopra, fa “guadagnare” le imprese in termini di fidelizzazione dei dipendenti, oltre che in aumento della loro produttività. Un’impresa nella quale si sta bene, allargando il focus all’intero contesto, non solo al lavoro in senso stretto, è un’azienda che subisce meno turn over di personale e che evolve, perché la crescita organizzativa è un processo orizzontale, nel quale l’aumento della produttività è direttamente proporzionale all’incremento delle competenze nei dipendenti.

L’Employer Branding potrei azzardare a definirla come una filosofia del lavoro contemporanea, secondo la quale un’azienda è tanto più attraente, per i potenziali candidati, quanto più riesce a comunicare un’immagine di sé di luogo di lavoro centrato sulle esigenze dei dipendenti. Già la traduzione letterale del termine ne introduce il significato: realtà che costruiscono il proprio brand, cioè la propria immagine sociale, intorno all’employer, il dipendente.

Questi due concetti sono, naturalmente, strettamente legati: un’azienda che scelga di investire nel Corporate Wellbeing sarà in grado di proiettare un’immagine di sè dipendente – centrica. Una non può esistere senza l’altra, ma anche per comunicare la qualità della propria organizzazione occorre competenza.

Per questo esistono società, come Great Place to Work, che vanno a supportare le imprese in questo senso, aiutandole a compiere una valutazione interna, che prenda le mosse proprio dall’interrogare i dipendenti sul loro posto di lavoro, per andare ad individuare le criticità e gli aspetti da migliorare.

Le aziende che si rivolgono alla società vengono valutate utilizzando un modello a 5 dimensioni che va a sondare:

  • credibilità
  • rispetto
  • equita’
  • orgoglio
  • coesione

Tutte queste macro – dimensioni vengono poi scomposte in parametri meso e micro che divengono oggetto di un questionario da sottoporre ai dipendenti. Dai risultati del questionario vengono poi estrapolate le aree di intervento specifiche per quell’organizzazione.

Tantissime aziende si rivolgono a Great Place To Work per ottenere la loro certificazione ed ogni anno tra tutte queste organizzazioni certificate vengono selezionate quelle che hanno ottenuto i punteggi più elevati per stilare la Classifica dei “Best Workplaces” a cui accennavo all’inizio.

Lo sapevi che nel 2022, in Italia, a conquistare il primo posto di questa classifica è stato il Forno “Brisa” di Bologna?

Questa piccola realtà, nata dall’idea di quattro giovani ragazzi di rivoluzionare l’arte e l’immagine tradizionale del fornaio, e riportare in auge questo antico mestiere, ha ottenuto il 97% di punteggio nella soddisfazione dei dipendenti.

Anche DieciGroup, come Great Place to Work, crede nella necessità di prendersi cura del Corporate Wellbeing, anche affidandosi al consiglio esperto di società di consulenza che sappiano guidare l’organizzazione in un percorso di maturazione basato sull’attenzione all’umano.[/vc_column_text][movedo_empty_space height_multiplier=”2x”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]

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